Primi passi in Etiopia…

Primi passi in Etiopia: i missionari di Asiago scrivono al loro vicariato.

 

21 febbraio 2019

Al Vicariato di Asiago

Care comunità cristiane,

è passato poco più di un mese dalla nostra partenza per questa l’Etiopia. Un paese che ha molto da raccontarci attraverso una nuova cultura da conoscere, una nuova lingua da imparare, ma soprattutto una appassionante missione da scoprire giorno per giorno.

Siamo arrivati l’11 gennaio, accompagnati da don Raffaele, direttore del Centro Missionario Diocesano e da Rita che lavora nel Centro Missionario. La loro presenza ci ha fatto sentire l’ufficialità del nostro inizio, ma anche l’amicizia e l’affetto di una Diocesi che inizia una comunione più stretta con questa nuova Chiesa che è all’inizio della sua storia, la Prefettura Apostolica di Robe.

In seguito abbiamo avuto anche la presenza di quattro seminaristi del 5° e 6° anno del Seminario Maggiore di Padova, con loro abbiamo condiviso l’inizio di questa missione visitando le varie comunità e famiglie condividendo assieme preghiere e pensieri che una terra di prima evangelizzazione può suscitare.

In questo primo mese, oltre alla presenza di padre Angelo Antolini, Prefetto Apostolico di questa Chiesa, siamo stati accompagnati anche dal nostro vescovo emerito Antonio Mattiazzo che è rientrato definitivamente a Padova dopo tre anni e mezzo di servizio missionario in questa Prefettura Apostolica. In questo mese possiamo proprio dire di esserci sentiti accompagnati! È stato molto bello e importante condividere con tutti loro l’inizio di questo nuovo impegno missionario della nostra Diocesi.

La Prefettura Apostolica di Robe, dove siamo chiamati ad operare, è guidata dal Prefetto Apostolico padre Angelo Antolini (un frate cappuccino) ed ha un territorio di 102.769 km2 (circa un terzo dell’Italia) con una popolazione di 3.295.278 abitanti (tre volte gli abitanti della nostra vasta Diocesi di Padova). La presenza delle religioni consiste nel 97% Islam, 80 mila fedeli circa la Chiesa Ortodossa, poche decine di migliaia di fedeli delle comunità protestanti e cattoliche, e come presenza della Chiesa Cattolica è di circa 800/1000 fedeli, lo 0,03% della popolazione della Prefettura.

Oltre a noi 3 missionari fidei donum di Padova, sono presenti: 1 missionario fidei donum della diocesi di Anagni-Alatri, 3 suore etiopi Francescane Missionarie di Cristo, 1 frate cappuccino italiano, 5 suore di Madre Teresa di varie nazionalità e 2 missionari Lazzaristi etiopici.

In queste ultime settimane abbiamo iniziato il corso di lingua ‘oromo’, lingua locale parlata dal 40% della popolazione etiope, e soprattutto dalle persone che abitano la regione dell’Oromia in cui è situata la Prefettura.

Durante il fine settimana, diamo continuità all’attività pastorale del padre vescovo Antonio Mattiazzo recandoci nella comunità di Kokkossa. Il sabato mattina, ci spostiamo per circa due ore con la macchina su strada sterrata, verso questo villaggio di 3500 abitanti dove ci ritroviamo con un gruppo di una decina di giovani per la catechesi sulle letture della domenica, aiutati da un catechista che traduce dall’inglese alla lingua locale. Durante questo incontro è molto bello ascoltare come la Parola di Dio susciti in ciascuno domande, curiosità e voglia di conoscere il messaggio del Vangelo.

Alcuni di questi giovani infatti provengono dalle chiese protestanti, altri sono stati ammessi alla Chiesa Cattolica l’anno scorso dopo un cammino di formazione. Rientriamo a casa nel pomeriggio e poi la domenica mattina facciamo ritorno nella comunità per la messa che celebriamo già nella lingua locale (abbiamo cercato di imparare subito almeno le cose essenziali per condividere la preghiera e la celebrazione).

Siamo proprio agli inizi di questa nuova missione diocesana e la vita della gente ci invita alla calma e alla pazienza pur mantenendo forte un desiderio di comunione; forse anche per questo sentiamo che questa comunità, pur piccola, povera e giovane, ci è molto vicina, come anche le persone che incontriamo quotidianamente nello studio della lingua, nei momenti di preghiera e nella vita ordinaria.

Elisabetta Corà e don Nicola De Guio