Il Viaggio sospeso… di Sofia e Sara

Sono Sofia, ho vent’anni e quest’estate il 23 luglio sarei dovuta partire per un viaggio in Angola. Che emozione! Ho iniziato il percorso Viaggiare per Condividere un po’ per curiosità, spinta dalla voglia di conoscere da vicino qualche parte del mondo e sicuramente conoscere meglio anche me stessa. Non conoscevo quasi nulla sulla realtà missionaria, se non qualcosa scoperto dai racconti di alcuni amici che gli anni scorso hanno avuto l’opportunità di viaggiare e poi condividere la loro esperienza.

Ma pian piano, incontro dopo incontro, ho iniziato a capire meglio cos’è la missione. Ogni mese contavo alla rovescia i giorni che mancavano all’incontro: poter ritrovare gli altri ragazzi, provare e condividere grandi emozioni, confrontarsi su una stessa tematica scoprendo punti di vista comuni o talvolta un po’ discordanti. Tutte queste sono state delle vere e proprie sorprese, ogni volta diverse. Sorprese però che purtroppo si sono dovute fermare proprio sul più bello.

Erano state presentate le destinazioni e da poco avevo deciso di viaggiare in Angola quando è scoppiata la situazione che tutti noi stiamo vivendo ancora oggi. Ricordo ancora la mail che ci avvisava della decisione presa dall’equipe Viaggiare per Condividere di sospendere gli incontri e anche tutti i viaggi. Che dire, un bel colpo! Certo devo ammettere che questo viaggio non fosse un sogno che avevo da chissà quanto tempo ma durante l’anno, col passare dei mesi, tra un incontro e l’altro il desiderio di poter viaggiare stava via via prendendo forma. Per questo motivo in seguito a questa notizia ciò che continuavo a ripetermi era che sarebbe stata solamente una sospensione provvisoria, che la situazione sarebbe migliorata e quest’estate avrei potuto sicuramente viaggiare. Come si suol dire: la speranza è l’ultima a morire. Ovviamente non è stato così.

Le notizie continuavano a peggiorare e l’annullamento dei viaggi fu definitivo. Decisione che comunque ho subito condiviso anche se con molto dispiacere. Oltre a tutte le difficoltà organizzative e ovviamente all’emergenza sanitaria, viaggiare con tutte le limitazioni del caso non sarebbe proprio stato nello spirito di Viaggiare per Condividere, che invece prevede proprio il reale contatto con le persone e appunto la condivisione di esperienze di vita.

Dentro di me ho sentito però che quegli incontri fatti durante l’anno, anche se purtroppo sono stati solo una parte di tutti quelli in programma, sono serviti per cambiare qualcosa in me. Per questo motivo il dispiacere non mi ha scoraggiata ma mi ha portata a decidere, in accordo con i miei genitori, che mi hanno vista sempre molto entusiasta dell’esperienza che stavo vivendo, di donare l’acconto già versato per il mio viaggio alle missioni diocesane. Ho scelto con il cuore di fare questo gesto di carità perché sono convinta che, anche se in questo periodo siamo stati chiusi nelle nostre case, non possiamo e dobbiamo chiudere il nostro cuore e nemmeno dimenticarci dei poveri e di chi ha più bisogno in queste situazioni. Gesto semplice dal mio punto di vista, ma che mi ha dato la possibilità nel piccolo di fare qualcosa di grande, di fare del bene per qualcuno. Lo stesso bene che ho provato io stessa grazie alle meravigliose persone conosciute in questo percorso e bene soprattutto che ho potuto anche solo percepire come alla base della realtà missionaria. Mi piace pensare e mi auguro che questa azione sia un segno di ciò che porto con me di questo breve viaggio fatto finora, che non si è concluso ma che è stato solo temporaneamente messo in pausa.

Sofia B.


La cosa giusta al momento giusto.
Quando mi sono iscritta al percorso Viaggiare per Condividere ero convinta che fosse proprio così: la cosa giusta da fare in questo specifico momento della mia vita, e la convinzione è rimasta, anzi si è consolidata ancora di più proseguendo nel cammino.

Le motivazioni che mi hanno portato a fare questa scelta sono molteplici, ma in primis si tratta di un desiderio che mi portavo dentro da tanto tempo, perché quella missionaria era una realtà che non conoscevo, se non attraverso qualche testimonianza, ma che mi aveva sempre affascinata. Quello che mi colpiva, ogni volta che ascoltavo qualcuno che aveva vissuto un’esperienza di questo tipo, era il fatto che tutti affermassero che la missione ti cambia: cambia il tuo modo di vedere la vita, ti fa mettere in discussione, ti fa uscire dalla tua piccola isola felice e ti fa aprire gli occhi su una realtà che è ben diversa da quella in cui siamo abituati a vivere, in un certo senso ti ridimensiona.

La persona che parte non è la stessa persona che torna. Desideravo vivere questo cambiamento in prima persona, ma per molto tempo ho lasciato da parte l’idea di partire veramente, perché c’erano sempre altre cose che sembravano più urgenti da fare, come se ci fossero delle scadenze da rispettare, imposte da chissà chi e chissà perché.

E quindi via di corsa: per finire gli studi, per laurearmi, per trovare un lavoro, per cercare di essere felice e soddisfatta della mia vita. Così facendo l’idea del viaggio missionario è rimasta accantonata. Ad un certo punto però, mi trovo a dover affrontare un momento particolarmente difficile, di quelli che ti fanno traballare ma anche mettere fortemente in discussione. È qui che capisco di dover rivalutare le mie priorità, di dover far qualcosa per me stessa, cercando una motivazione per ripartire e per dare un senso nuovo al modo di vivere il mio tempo.

Viaggiare per Condividere diventa l’occasione per ricominciare, per uscire dalla mia comfort-zone e soprattutto per coronare finalmente quel grande sogno: partire per una esperienza missionaria in Africa.

Dopo ogni incontro le aspettative crescevano sempre di più: incontrare persone con il quale condividere il viaggio, ascoltare testimonianze, capire il senso di una esperienza di questo tipo…tutto ciò non ha fatto altro che farmi desiderare ancora di più il momento in cui sarei partita.

Ricordo l’emozione nel conoscere le mete, nello scegliere la mia destinazione, l’Angola, nel condividere tutto ciò con chi mi stava accanto. E invece, no. Non si potrà partire, non ancora.

L’emergenza Covid-19 stravolge tutti i piani, ci ritroviamo tutto d’un tratto in una situazione che sembra surreale. Il nostro modo di vivere deve adattarsi ad una nuova condizione, alla quale non eravamo preparati e che ci mette a dura prova.

In questo clima però, in cui ognuno di noi è costretto a rallentare, mi trovo a riflettere ancor una volta, su come la vita possa essere spesso imprevedibile e sul fatto che non si possa pretendere di avere il controllo su tutto.

Capisco che il mio bene, non può prescindere dal bene dell’Altro e che proprio per il rispetto dell’Altro la cosa più giusta ora è quella di fare un passo indietro. Viaggio sospeso, non cancellato.

Non posso negare di essere dispiaciuta, ero convinta che fosse la cosa giusta al momento giusto. Ma la fede in Dio mi aiuta a guardare le cose da un altro punto di vista, il Suo punto di vista. Sono certa che questo rimandare darà ancora più senso al viaggio che spero di poter intraprendere più avanti.

C’è un tempo per ogni cosa e questo è il tempo dell’attesa e della speranza, è il tempo di restare, perché la missione è anche qui, nel prossimo che vive accanto a noi. Poi ci sarà il tempo di partire, perché la chiamata continua e in quel momento la gioia sarà piena!

Sara D.R.