“Il pane buono della missione!”_04

Puntata 4 di 6

Il soffio dello Spirito dona forza e sostiene i passi dei suoi missionari

La vigilia di Pentecoste celebriamo un momento di Veglia con un piccolo gruppo di persone. Siamo in pochi. Un nuovo cenacolo. È bello ascoltare la testimonianza bella, semplice e trasparente di alcune persone della comunità che raccontano delle sfide che incontrano nel loro cammino di fede e la gioia di poter contare sull’aiuto della grazia di Dio che non abbandona chi si affida a Lui. È la chiesa della Pentecoste di oggi. Nessuna manifestazione di “glossolalia” o di estasi, ma la pura, semplice e luminosa manifestazione dell’amore di Dio nel cuore e nella vita di questi fratelli e sorelle che qui, in questo angolo di paradiso terrestre, testimoniano la gioia dell’amore di Dio che non abbandona nessuno dei suoi figli e figlie; la sua presenza nei loro cuori diventa il nuovo vento dello Spirito che continua a soffiare sui popoli esclusi e oppressi di questa parte del “polmone amazzonico” infondendo speranza e forza per continuare a lottare per una società nuova, per un mondo più giusto e fraterno.

Ciò che lo Spirito mi suggerisce è di sapermi spogliare sempre di più, davanti alla semplicità e povertà di questa gente e ascoltare più i cuori che i miei schemi.

Uno di questi momenti è il momento della preparazione al sacramento del battesimo. La chiesetta è piena, soprattutto di bambini che schiamazzano di qua e di là. I genitori più persi di me che non sanno come fare per prestare ascolto a me che sto tentando di parlare e di dire qualcosa sul Battesimo. Ed io, che non riesco neppure ad immaginare questa situazione come una situazione di formazione perché fugge dai miei parametri. Non penso neppure di richiamare o arrabbiarmi… con chi poi? Anche qui cerco di mantenere la calma e cerco di essere il più semplice possibile, cercando di immedesimarmi in quei genitori, che forse neppure sanno il vero senso di ciò che stanno facendo, spinti più dai loro stessi genitori che dal bisogno reale di chiedere il sacramento per i propri figli… d’altronde vari genitori dei battezzandi non hanno neppure diciott’anni…

Il giorno 6, ripartiamo da Cachoeirinha alla volta di Carvoeiro, o Cravoeiro. È sempre stata una delle mete delle missioni promosse dall’equipe di Brasilia. Siccome la troviamo lungo il nostro cammino, in direzione a Caicubi, sponda nord del Rio Negro, in territorio di Caracaraí, ai confini con lo stato di Amazonas, ci fermiamo per visitare la piccola e accogliente comunità di Sant’Alberto di Trapani, un santo a me sconosciuto, la cui devozione sembra essere diffusa in tutto il bacino del Basso Rio Branco e del Rio Negro. Neanche la gente di qui conosce le reali origini e provenienza di questo Santo, ma si nota ben presto che ciò che più a loro importa è la fede che questo Santo misterioso ha portato su queste coste e il modo con cui la gente di qui la mantiene viva. La cura pastorale di questa piccola comunità è affidata ai preti della “vicina” parrocchia di Barcelos (solo 8 ore di barca…).

IMG_20170601_175110645_HDRAppena arrivati, assieme al mio braccio destro sr. Jorge vado in cerca di un responsabile della rete elettrica pubblica per poter rifornire di energia la barca e risparmiare diesel per il generatore. Sulle dieci mi siedo in chiesa con i giovani missionari per la preghiera e un invito ad una verifica personale e comunitaria dell’esperienza. In linea generale tutti manifestano quello che era  il mio presentimento. Il livello di stress è molto alto in tutti. È significativo che tutti onestamente abbiano capito che le aspettative iniziali sull’esperienza erano molto alte e, forse per la mancanza di una seria preparazione, molto “romanzate” rispetto alla realtà. La mancanza di comunicazione con i propri familiari, le difficoltà incontrate in questo ambiente cosi diverso, le sfide dettate dal clima, dalla natura, dal contesto generale, hanno fatto insorgere una sensazione di stanchezza generale. Alla fine della condivisione offro a tutti la possibilità di riflettere sulle proprie forze fisiche e psicologiche, perché ognuno possa esprimere con libertà la propria disponibilità a continuare o chiudere l’esperienza missionaria, rafforzando la convinzione che è meglio rientrare sani con qualche giorno di anticipo che malati alla fine dei giorni stabiliti.

Questo piccolo villaggio ci offre una boccata d’aria fresca in relazione al clima di accoglienza e alla tranquillità dell’ambiente. Anche la sera, durante la messa, la partecipazione della gente del luogo è molto carica di entusiasmo e di gioia per il nostro arrivo e la disponibilità a condividere con loro l’Eucaristia. Effettivamente sentiamo la differenza enorme tra questa comunità che è visitata una volta al mese dai preti della parrocchia di Barcelos e le comunità che abbiamo visitato, dove la gente deve accontentarsi di vedere il prete una o due volte l’anno…

Il clima di positività vissuto in questa eucaristia aiuta i giovani a recuperare un po’ il fiato e, alla fine della messa, quando chiedo loro una risposta sulla proposta fatta al mattino, tutti all’unanimità confermano il proposito di continuare fino alla fine prestabilita il viaggio. Questa posizione aiuta anche me ad essere più sereno e positivo.

Continua…

(prossima puntata domenica 30 luglio)