Covid19_Thailandia Aprile 2020

Ad oggi, 6 aprile 2020, la Thailandia conta 2220 contagiati e 26 vittime, quasi tutte thailandesi con una età media di 35 anni. Sono i dati del Ministero della Salute, in lieve ma graduale crescita. Da questi numeri ricaviamo che la situazione non è grave o allarmante ma il livello di paura, alimentato dal bombardamento mediatico, è sproporzionato e visibile. Le immagini di Cina e Italia stanno facendo il giro e generano commenti che vanno dalla commiserazione all’orgoglio nazionale. In comune con l’Italia abbiamo la confusione e la danza delle bufale. La diffusa e veloce rete social di Facebook, Line, Youtube, Tik Tok,… aggiunta alla quasi totale assenza di capacità critica permette la virale circolazione di notizie banali, allarmanti, semplicistiche e false o inesatte. Queste a loro volta originano sentimenti e azioni incomprensibili. Anche qui si esauriscono alcuni prodotti basici, (uova e noodles??) si inscenano paure esagerate e, di conseguenza, scelte scomposte. I militari, democraticamente al governo, replicano scelte di ‘quarantena’ e blocchi che hanno visto altrove ma senza coordinarsi, le provincie fanno tanta opera di informazione ma pochissime iniziative a sostegno dei vulnerabili o dei potenziali ‘contagiatori’ (negli ambienti popolari si continua a riunirsi, ad avvicinarsi.)… Il cibo consegnato a domicilio da giovani in moto, senza quasi precauzioni è la regola; si lanciano programmi di sostegno sociale senza verifica e comunque palliativi (140 euro per tre mesi, mascherine in dono). I templi buddisti hanno chiuso dopo quasi 15 giorni dalle indicazioni ufficiali e sembrano molto flessibili sulle date future. Le attività continuano regolarmente fatto salvo i locali del divertimento, mercatini turistici, ristoranti e strutture alberghiere che sono chiuse. Le mascherine qui sono pane quotidiano già da tempo per vincere il permanente stato di inquinamento dell’aria (a Bangkok per smog, a Chiang Mai per fumi da incendi). E stata spostata la data del Capodanno thailandese (13-15 aprile) e ci sono posti di controllo sanitario sulle strade, all’ingresso dei Centri commerciali e dei grandi mercati. La chiesa cattolica ha sospeso ogni attività con partecipazione di popolo fino a dopo Pasqua e ha diffuso materiale informativo e preventivo ma nessuno schema celebrativo domestico. Noi missionari stiamo bene e i fedeli manifestano solidarietà per le nostre famiglie, benefattori e connazionali. Non siamo in pericolo e abbiamo applicato le disposizioni della Diocesi. Caritas e Ufficio Past. Sociale hanno incoraggiato la generosità con la compera di mascherine e l’aiuto delle comunità dei monti alla lotta contro gli incendi. Ovviamente anche qui si riprendono e si rilanciano le iniziative del Papa anche se gli orari non favorisco le dirette, ma i testi e soprattutto le immagini circolano velocemente. Il contatto con i paesi stranieri e non solo con quelli limitrofi e attualmente bloccato. Tutte le compagnie aeree hanno sospeso il calendario normale se non addirittura hanno deciso di non volare. Ma via terra gli spostamenti, con qualche avvertenza, continuano normalmente.

Non si parla apertamente della capacità o incapacità della struttura sanitaria di far fronte a un eventuale exploit di infezioni e nemmeno si indicizzano i numeri di chi perde il lavoro, chiude l’attività, resta fregato dai debiti contratti con le banche e non riconsiderati per le circostanze. Qualche azione è intrapresa a sostegno dei grossi investitori e industriali (https://www.thaitch.org/it/publication/covid-19-measures-from-thai-government). D’altra parte la quasi totalità del lavoro è informale. Nessuno parla più del mondo agricolo distrutto da una siccità persistente e dalla impossibilità di esportare i prodotti.

I 10 paesi del gruppo ASEAN (https://www.aseanbriefing.com/news/coronavirus-asia-asean-live-updates-by-country) iniziano a comportarsi come estranei: il Vietnam e il Myanmar bloccano o limitano l’esportazione del loro riso (https://www.risoitaliano.eu/import-di-riso-cambia-tutto), probabilmente saranno seguiti dal Laos già in problemi per le alluvioni di fine 2019. I grandi lavori si bloccano (https://www.itasean.org/2020/04/beltroadiniziative/) e i lavoratori pagati a giornata stanno a casa. (https://www.straitstimes.com/opinion/covid-19-challenges-asean-to-act-as-one)

I prezzi stanno sparandosi e non c’è nessuna associazione consumatori che vigili o segnali.

Per fortuna le scuole sono in vacanza fino a fine aprile ma sono state sospesi tutti i corsi di recupero, le iniziative didattiche estive, i campiscuola e le attività sportive.

Pastoralmente ci è proibito raggiungere le comunità sui monti, in alcuni casi la paura le ha portate ad autoisolarsi.


Altre fonti: https://www.csis.org/analysis/southeast-asian-responses-covid-19-diversity-face-adversity

Don Attilio De Battisti


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In questo video don Attilio spiega la situazione Covid 19 a Chiang Mai: