Covid19_Brasile aprile 2020

Boa tarde!

Il contagio del virus non sembra aver grandi effetti in Roraima-Brasile (fin ora è registrato un morto e 42 casi confermati). Ma il Brasile è grande e, il contagio si sta propagando con 553 morti e 12 mila casi confermati.

Noi missionari in Brasile stiamo bene: Orazio, Luigi e Benedetto in Caracaraí, Lucio a Boa Vista. Anche dom Francesco Biasin a Resende (stato di Rio de Janeiro, diocesi di Volta Redonda), padre Francesco Montemezzo nel seminario di Petrópolis e padre Severino nella Cattedrale di Duque de Caxias hanno confermato telefonicamente il loro buono stato di salute. Fabiano è rientrato in Italia la settimana scorsa per essere seguito meglio dal punto di vista medico.

Le attività pastorali in Roraima, compresa la celebrazione della messa, sono sospese in maniera completa dal 22 marzo, per evitare la propagazione del virus. Le autorità civili hanno disposto misure di prevenzione da metà marzo, spingendo all’isolamento sociale. A occhio nudo, mi pare che il popolo brasiliano abbia accettato di buon aggrado, forse perché sconcertati dalle scene che arrivavano dall’Italia e dal resto del mondo. Ma visto il basso numero di contaminazione attuale, già varie attività commerciali hanno riaperto, anche se con delle misure di precauzione e il clima nella strada non è certo di isolamento totale. Difatti, se anche qui arrivasse una contaminazione con qualche numero più alto, l’unica via di uscita sarà quella che usavano anche i nostri antichi: affidarsi alla Divina Provvidenza, perché il sistema sanitario pubblico non ha le condizioni per affrontare un’emergenza di questo tipo.

Le comunità lungo il fiume hanno chiuso l’accesso di visite e così padre Benedetto ha sospeso la visita prevista per la Pasqua. Pure le comunità indigene tentano di isolarsi, ma la situazione è molto complicata: alcuni indigeni vivono in città precariamente e sono molto mobili, spostandosi continuamente verso l’interno. La frontiera con i paesi vicini è aperta solo per alcuni casi (commercio e altre funzioni). Quello che più preoccupa sono i campi profughi del popolo venezuelano a Boa Vista (capitale di Roraima) e la frontiera stessa.

La chiesa da subito ha seguito le indicazioni del governo locale chiudendo i raduni (le indicazioni del Presidente del Brasile sono contradditorie rispetto quelle dell’isolamento che predica il suo ministro della sanità) e così ci stiamo attrezzando per dare un supporto spirituale via telematica. Celebriamo la messa in diretta facebook (siamo come delle formiche rispetto i canali televisivi “cattolici”) per mantenere unito lo spirito della comunità locale. Anche qualche telefonata accorcia le distanze.

Trovo più difficile celebrare la messa senza la presenza delle persone della comunità: mi pare dover fare un altro tipo di sforzo per non diventare “meccanico”.

Siamo preoccupati per i tanti lavoratori informali: credo siano la maggioranza e non sappiamo come stanno sopravvivendo, anche se il governo ha promesso, a partire da oggi, un aiuto economico per qualche mese.

Ci stiamo preparando per vivere il Triduo Santo da casa, questa volta lavandoci i piedi dentro la comunità missionaria.

Che la Pasqua di Gesù venga a ridonarci presto l’abbraccio e il sorriso: sta facendo molta saudade!

Abraço virtual a tutti i missionari!

7 aprile 2020, Caracaraí, Roraima, Brasile

Pe. Luigi Turato


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