Conflitti dimenticati, il peso delle disuguaglianze

“Ancora oggi, il cammino della pace rimane purtroppo lontano dalla vita reale di tanti uomini e donne e, dunque, della famiglia umana, che è ormai del tutto interconnessa. Nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti.”   (Papa Francesco, dal Messaggio per la 55a Giornata Mondiale della Pace)

È stato presentato qualche giorno fa “Falsi equilibri”, il settimo rapporto Caritas sui conflitti dimenticati. Sono 22 le guerre nel mondo, 235 milioni le persone bisognose di aiuti umanitari, oltre 82 milioni i rifugiati e sfollati. Stretto è il legame tra conflitti e disuguaglianze, aggravate dalla pandemia e da sempre causa di ingiustizie, fame e povertà.

(Fonte Conflict Barometer 2020)

Il rapporto di Caritas Italiana, realizzato in collaborazione con Avvenire, Famiglia Cristiana e il ministero dell’Istruzione, pubblicato da Edizioni San Paolo, analizza il quadro mondiale relativo ai conflitti. Le guerre ad alta intensità, 15 nel 2019, salgono a 21 nel 2020, a queste si aggiunge l’attuale conflitto nella regione etiopica del Tigrai. Tra le situazioni più gravi, si segnalano quelle di Yemen, Siria e Sud Sudan. 11 guerre si registrano nella sola Africa subsahariana, ma conflitti violenti si verificano anche in America Latina, Messico, Venezuela e in Amazzonia. Contando tutte le crisi violente, sono ben 359 i conflitti nel mondo, uno in più rispetto al 2019.

Ma ci sono altri numeri che danno un’idea della drammaticità della situazione attuale. Tra il 2020 e il 2021 le persone bisognose di aiuti umanitari sono aumentate del 40% raggiungendo il numero di 235 milioni. Inoltre in 10 anni sono più che raddoppiati rifugiati e sfollati, oggi 82,4 milioni.

Oltre i dati, ciò che emerge chiaramente dal rapporto è il legame tra conflitti e quei “falsi equilibri” citati nel titolo, la stretta connessione tra guerre e disuguaglianze.

Sono proprio gli squilibri – si legge nel rapporto – le asimmetrie sociali, economiche, di status, di accesso alle risorse, di esigibilità dei diritti, che spiegano la genesi di molte forme di conflitto”.

Disuguaglianze che anche la pandemia, che ancora stiamo vivendo, ha contribuito ad aggravare, aumentando povertà e fame, instabilità e speculazioni, produzione e commercio di armi.

Bisogna operare – afferma Paolo Beccegato, vicepresidente di Caritas italiana – sia nella ridistribuzione della ricchezza dall’alto, sia a valle nella creazione di opportunità, bisogna intraprendere politiche per contenere disuguaglianze”. 

Sempre nel Messaggio di papa Francesco per la 55a Giornata Mondiale della Pace si legge: “In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona”.

A cura di Elena Cogo