Ci siamo!

“Non preoccuparti, per qualsiasi cosa noi ci siamo!”

Quante volte don Ruggero ha ripetuto questa frase! A chiunque chiedesse un servizio, un aiuto, un sostegno don Ruggero non negava mai accoglienza, risposte e… il suo sorriso. Questo era uno dei suoi “eccessi” di bene che ci coinvolgeva tutti.

NOI ci siamo, non lui da solo, ma insieme.

 

Ogni tanto si sorrideva perché era diventato un ritornello e non era sempre facile rispondere a tutte le richieste, ma un po’ alla volta questa prassi aveva dato un volto all’ufficio: buona parte del nostro tempo veniva dedicata all’accoglienza e all’ascolto dei missionari e delle persone che entravano.

Sono stata assunta da don Ruggero 23 anni fa in Ufficio missionario, e una delle caratteristiche del lavorare con lui era la piena corresponsabilità e condivisione di progetti, percorsi pastorali, attività di formazione e animazione.

Non lavorava da solo Ruggero, si confrontava, chiedeva consigli, attivava percorsi di coinvolgimento.

Nel suo appartamento sopra piazza Duomo ci siamo ritrovati per più di anno a discutere e scrivere e riscrivere il nuovo progetto laici per la missione per far ripartire una realtà che già aveva portato frutti nella nostra chiesa ma per la quale si sentiva l’esigenza di un rinnovamento.

In occasione del giubileo del 2000 i missionari fidei donum che lavoravano nei diversi paesi si sono incontrati per la prima volta tutti insieme. Un momento fortemente voluto da don Ruggero, preparato da tempo e che ha segnato una tappa importante per la nostra chiesa diocesana.

Don Giuseppe Zanon, che aveva accompagnato la settimana di incontro a Villa Immacolata, ci raccontava che le giornate di formazione del clero diocesano che sono venute in seguito, avevano preso spunto proprio da questo incontro fra missionari in cui fraternamente ci si era dedicati del tempo per stare insieme confrontandosi sulle prospettive della nostra chiesa nelle realtà di missione.

In cucina ho una foto di don Ruggero con in braccio uno dei miei figli nel giorno del suo battesimo; aveva una tenerezza particolare con i piccoli, ed era padrino di battesimo di molti bambini.

La sua vicinanza e condivisione con la vita delle nostre famiglie lo aiutava e sosteneva nella sua vocazione di prete.

La sua morte è ancora una ferita aperta ma restano vivi l’amore gratuito per i più piccoli e poveri, il dono dell’amicizia e della condivisione che ci ha testimoniato e insegnato.

Vanna Ceretta