Buon anno dall’Ecuador

Carissimi amici,

un affettuoso saluto a tutti ormai alla soglia del nuovo anno. Ringrazio di cuore coloro che in questi giorni mi hanno scritto e ricordato nella preghiera in occasione del Santo Natale. Perdonatemi la pigrizia di non comunicare come facevo anni fa ma credetemi che il tempo per fermarsi per pensare e scrivere è difficile da trovare.

Un anno abbondante di benedizioni sta lasciando il testimone al nuovo. Il gruppo dei missionari si è ridimensionato più volte in questi mesi. In gennaio ci salutava don Daniele Favarin per iniziare un nuovo servizio pastorale nella parrocchia di Palestina, provincia di Esmeraldas (sempre in Ecuador!).

Nel mese di aprile don Giampaolo Assiso terminava il suo servizio in Ecuador per rientrare definitivamente nella diocesi di Padova ed ora collaboratore nelle parrocchie di Camponogara e Campoverardo, nel veneziano.

A fine luglio anche la famiglia Bano Monetti rientrava in Italia dopo 18 mesi di missione. Erano arrivati in quattro e sono rientrati in cinque  per la nascita della terzogenita Beatrice. Per alcuni mesi  il “gruppo” era formato solamente dal sottoscritto e da don Mattia Bezze. La Provvidenza non ci ha lasciati soli nonostante i numerosi rientri, finché l’8 di novembre sono giunti Francesca ed Alessandro, una coppia della diocesi della Padova, che per tre anni lavoreranno in collaborazione con noi sacerdoti e le suore Elisabettine. La passione per Dio e per l’umanità mette in movimento le persone oltre i nostri calcoli ed attese. Laddove Dio ci vuole siamo chiamati a tracciare segni di amore e di bene.

Il tessuto sociale della città in cui vivo -Duràn, alle porte di Guayaquil- sembra non dare segnali di progresso. Rispetto all’anno precedente sono raddoppiati gli omicidi per il controllo del traffico della droga. Moltissimi  ragazzi vivono nella calle (strada) raccogliendo la plastica da riciclare per comprarsi la droga. Aumenta la disoccupazione mentre il costo della vita si fa sempre piú caro, generando violenza fra le mura domestiche. L’acqua potabile viene a singhiozzo, un paio d’ore ogni due o tre giorni. Nel prossimo mese di marzo ci saranno le elezioni amministrative. Vi lascio immaginare lo stordimento dei caroselli politici ovunque promettono, gridano e regalano ma fino a quando non ci sarà l’onestà nel servizio al bene comune impereranno la  corruzione ed ogni sorta d’ingiustizia a spese dei poveri.

Prima dell’inizio della stagione delle piogge siamo riusciti a terminare l’anno pastorale nelle zone rurali. 120 bambini hanno frequentato la catechesi ed alcuni di loro hanno celebrato i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Se in città la vita è difficile, in mezzo alle risaie a sulle rive del fiume la situazione è permanentemente in uno stato di crisi. La case sono umili palafitte di canna di bambù, e si campa alla giornata guadagnando qualche spicciolo nel campo o pescando.

Quest’anno abbiamo iniziato un progetto pilota aiutando un giovane, già maggiore d’età, a completare gli studi. Ne abbiamo intercettati altri dieci le cui famiglie non riescono ad affrontare il costo della moto che li porta nelle scuole superiori della città e l’acquisto del materiale didattico. Facendo un conto approssimativo ogni borsa di studio costa 1000$ (mille dollari americani). Faccio appello ai vostri cuori per aiutarci in questa sfida. La cultura è un investimento per tirare fuori dalla miseria le nuove generazioni. Aiutateci a formare le persone che si difendano e si emancipino pensando con la loro testa!

 Ringraziamo il Signore per il Bene che abbiamo ricevuto e dato, ad ogni latitudine della Terra. Augurandovi un sereno nuovo Anno, vi saluto tutti con affetto e riconoscenza.

 don Saverio