Alluvioni in Thailandia e cura del creato

Da diverse settimane ci sono forti piogge che si sono abbattute in tutta la Thailandia e in particolare al nord. La stagione monsonica è arrivata anche quest’anno, ma l’ammontare delle precipitazioni è molto più abbondante rispetto al solito.

Durante il mese di agosto la missione “Maria Regina della Pace” di Chaehom, dove risiede don Bruno Rossi, ha subito un’alluvione abbastanza repentina che ha allagato le risaie e alcune strutture della missione. Fortunatamente è avvenuta di giorno e quindi ci si è potuti organizzare e anche i lavoratori hanno potuto lasciare la loro casa prima di trovarsi sommersi. Uno dei problemi di queste alluvioni è la terra e altro materiale che esse portano a valle.

Diverso per Chiangmai che non è zona montuosa, ma che è attraversata da uno dei grandi fiumi del paese, il fiume Ping. Già dalla fine di settembre il livello dell’acqua risultava preoccupante. Lo è diventato ancora di più durante la scorsa domenica. Verso notte era ormai bandiera rossa. La cattedrale, dedicata al “Sacro Cuore”, dove da quest’anno sono collaboratore, si trova in “zona rossa” a poche decine di metri dall’argine del fiume. Già domenica sera, le case dove risiedono alcuni lavoratori della nostra scuola hanno iniziato ad allagarsi. Lunedì mattina ci siamo alzati con l’acqua in continuo aumento che aveva ormai allagato la strada principale, il piazzale e il piano terra della scuola. L’acqua ha continuato a salire per tutta la giornata di ieri. Abbiamo iniziato ad organizzarci e,  con l’aiuto delle ragazze ospiti dell’ostello “Nazareth”,  e dei lavoratori, abbiamo alzato i banchi della chiesa, le tastiere elettroniche, i mobili che si potevano alzare. Negli uffici sono stati messo in salvo i computer e i documenti importanti. Alla sera sembra inevitabile che la Chiesa e le nostre abitazioni fossero destinate ad essere raggiunte dall’acqua.
La notte scorsa qualche segnale di miglioramento e ora sembra che l’acqua stia progressivamente scendendo. Forse in un giorno o due potremmo iniziare a fare pulizia e a contare i danni.

Il pensiero comunque va alla gente nei dintorni che hanno subito forse i disagi più grandi. Soprattutto gli anziani e la gente che non dispone di un secondo piano. L’impressione è che il fiume abbia inghiottito la nostra zona e in strada l’acqua scorre veloce per trovare una via dove fluire. Acqua rossa della terra dei monti che ci rimanda anche al pensiero dei dissesti dovuti al disboscamento e all’agricoltura intensiva. 

Non solo Chiangmai, ma anche altre città e paesi più a sud sono stati colpiti o si aspettano questa onda d’acqua che procede verso il mare. La stessa capitale, Bangkok, inizia ad avere i primi fenomeni di allagamenti.
In tutto questo, in questo giorno di memoria di San Francesco d’Assisi, torna forte la domanda sul nostro rapporto con il creato e sul problema della cura di nostra madre terra. Davanti a questi sconvolgimenti climatici mondiali noi singoli o anche piccole comunità ci sentiamo impotenti. Dove stiamo andando? Cosa possiamo concretamente fare? Quale futuro ci attende? 

Una piccola luce viene dall’atteggiamento e dalla pazienza della nostra gente Thai. Pronta a sopportare e a unirsi insieme nello sforzo comune contro l’emergenza. Un grande esempio dove non c’è spazio per lamentele contro il governo o per imprecazioni contro il cielo, ma solo un grande desiderio di andare avanti e accettare ancora una volta la lezione della natura che non va dominata, ma curata. Se solo questo atteggiamento e questa comune solidarietà potesse essere orientata per un cambiamento culturale da chi è alla guida! Forse le cose potrebbero davvero volgersi al meglio!
Noi occidentali abbiamo tanto da imparare da queste persone. Quello che per noi sembra inerzia o rassegnazione, forse è solo rispetto silenzioso del mondo che ci ospita e di questa Natura che è forza rinnovatrice e maestra, a volte severa, che ci ridimensiona nella nostra illusione di essere i padroni della Vita e del mondo.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,  la quale ne sustenta et governa.      

                                                                       Don Raffaele Sandonà, Martedì 4 ottobre 2022