Alessandro e Francesca in partenza per l’Ecuador

Grazie al giornalino mensile di NotiAsa vi proponiamo l’intervista ad Alessandro e Francesca, prossimi fidei donum in partenza per l’Ecuador che venerdì 12 ottobre riceveranno il mandato dal vescovo Claudio durante la veglia missionaria. 


Alessandro Brunone e Francesca Lo Verso sono una giovane coppia di sposi.
Inviati dalla diocesi di Padova come missionari laici fidei donum, i primi di novembre voleranno in Ecuador, dove li aspettano con gioia il popolo di Dio della diocesi di San Jacinto (provincia di Guayas) e i nostri missionari padovani don Saverio Turato e don Mattia Bezze.

Cari Alessandro e Francesca, siamo molto felici della vostra partenza!! Le persone che fanno parte di Asa Onlus hanno un legame speciale con l’Ecuador e sapere che c’è qualcuno che parte è un per noi un bel segno di speranza, una ventata di aria fresca! Raccontateci un po’ di voi, così cominciamo a conoscervi…

Alessandro: Sono originario di Reschigliano, sposato da due anni con Francesca. Dopo essermi diplomato come perito meccanico alle serali, negli ultimi anni ho lavorato come funzionario tecnico commerciale di una multinazionale. Amo la bici e la corsa. Sono impegnato nel sociale qui a Padova con l’Associazione Elisabetta d’Ungheria onlus, dove mi sono occupato di accoglienza per persone senza dimora e di disabili all’interno dell’O.P.S.A. di Sarmeola.

Francesca: Io, invece, sono fuori confine, perché originaria di un paesino in provincia di Ferrara. Sono arrivata a Padova nel 2009 per proseguire i miei studi con la laurea magistrale in Biologia molecolare, e poi ci sono rimasta, continuando con il dottorato in Neurobiologia e qualche anno in laboratorio di ricerca. Negli ultimi due anni, ho cambiato un po’ strada e ho frequentato un master in nutrizione e dietetica clinica. Lo scorso anno infine, ho lavorato nella scuola accettando due supplenze qui a Padova, esperienza nuova e molto arricchente per me. Negli ultimi anni, anche io ho prestato servizio nella stessa associazione nominata da Alessandro, in particolare con gli ospiti dell’accoglienza notturna.

Il sogno della missione. Come nasce nelle vostre vite personali e poi di coppia?

Alessandro: Dopo una prima esperienza in Kenya, organizzata da una onlus del mio paese, presso una delle missioni della diocesi, ho deciso di fare il biennio formativo diocesano ‘Laici per la missione’, durante il quale ho fatto una seconda esperienza, sempre in Kenya. Ho iniziato così ad interrogarmi su chi fosse Gesù Cristo nel Povero e su come poterlo incontrare, non più facendo qualcosa per i poveri ma con i poveri. Una volta rientrato ho deciso di iniziare a fare volontariato attivo attraverso l’associazione delle elisabettine citata sopra. Avendo vissuto e vivendo oggi l’abbraccio di Gesù nelle persone rifiutate di casa nostra, che mi ha fatto ritrovare me stesso, la realtà della missione che mi accompagnava, si è fatta sempre più concreta.

Francesca: Dopo una presenza costante nella parrocchia del mio paese, per i servizi relativi alla liturgia o catechesi, il cambio di città aveva portato alcuni cambiamenti e anche l’interruzione delle mie attività in parrocchia. Nel 2013 ho deciso di partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù in Brasile, a Rio de Janeiro, in cerca di un’esperienza che mi aiutasse a riscoprire una fede viva e forte. Le parole di Papa Francesco ‘Andate, Senza Paura, Per Servire!’ hanno acceso in me un desiderio di vive-re davvero una vita di fede attiva perché illuminata dal Vangelo. Tornata a Padova quello stesso anno ho iniziato il biennio GIM-Giovani Impegno Missionario, presso i missionari comboniani di Padova. L’anno successivo ho vissuto poi una breve esperienza nelle periferie di Lima (Perù) con un gruppo della diocesi di Ferrara, e lì la mia domanda ‘cosa posso fare per gli altri’ è diventata ‘chi voglio essere davvero e come voglio vivere’. Gli incontri, le situazioni vissute e le esperienze condivise mi hanno fatto capire quanto sia importante che tutte le perso-ne sappiano che sono amate e non dimenticate. Così l’ottica di un’esperienza missionaria si faceva strada nel mio cuore, anche se sentivo che sarebbe stato difficile per me partire da sola.
Proprio quell’anno ad una serata di Capodanno organizzata dalla Caritas diocesana a Padova le strade di Alessandro e la mia si sono incrociate la prima volta e per incontrarsi di nuovo dopo tre mesi al Missio Meeting a Thiene del 2015. In tutto il nostro percorso di coppia il desiderio della missione come famiglia ci ha sempre accompagnato e noi siamo sempre rimasti in contatto con il mondo missionario: CMD, Comboniani, Suore Elisabettine. Fino a che, dopo il matrimonio, ci siamo messi a disposizione del centro missionario per una eventuale partenza.

Non siete mai stati in Ecuador. Come vi immaginate la terra che vi aspetta?

Francesca: Essendo stata in Perù, nelle periferie di una città come Lima, diciamo che mi aspetto un contesto socio-ambientale simile. Penso a persone accoglienti, desiderose di dare nonostante la fragilità quotidiana.

Alessandro: A differenza delle distese di Terra africane, immagino un contesto ricco di contraddizioni dove ricchezze consumistiche sbattono quotidianamente contro grandi realtà di fragilità. Immagino un popolo in grado di donare la sua grande identità, cultura e calore umano che solo i popoli del Sud-America sanno dare. Adesso chiedo il vostro aiuto…

Francesca, fai tu una domanda ad Alessandro!

Francesca: Quali difficoltà potremmo incontrare in questi tre anni?

Alessandro: Credo che sia l’abituarsi a vedere questa differenza di vita, l’estremamente ricco da una parte e il povero dall’altra, l’abituarsi ad una cultura diversa in cui entrare delicatamente e farne parte, doverci rapportare con la realtà del narcotraffico tra i più giovani senza conoscere bene le loro ‘regole sociali’.

Ora tocca a te Alessandro: una bella domanda per Francesca, mi raccomando!

Alessandro: Perchè te me ghè sposà? No, scherzo! Che cosa ti aspetti da questa esperienza missionaria per la nostra famiglia?

Francesca: Spero che questa esperienza ci aiuti a radicare in noi come famiglia uno stile di vita aperto agli altri, di profondo rispetto reciproco e verso gli altri, che ci aiuti a vivere davvero il Vangelo e a diventare fonte di sensibilizzazione per chi ci sta intorno, mentre saremo via e quando rientreremo, per tentare di far aprire gli occhi anche alla nostra società che a volte presenta miseria di cuore.

Siamo ai saluti. Un pensiero per l’Italia: cosa vi augurate di trovare di diverso quanto rientrerete dalla vostra esperienza in Ecuador e in che cosa invece vorreste trovare l’Italia uguale a come l’avete lasciata?

Alessandro: sinceramente di diverso in Italia, a parte il governo (se ci faranno andare a votare!), penso troveremo solo noi, che avremo una visione diversa della vita! Mi piacerebbe trovare le persone che sono disposte a lottare per i diritti degli altri seduti ad un tavolo per parlare con lo Stato.

Francesca: Quello che vorremmo ritrovare è sicuramente l’affetto delle persone a noi più vicine e speriamo di trovare uno stato con più umanità sociale dove ogni persona possa trovare il suo posto.

Grazie Alessandro e Francesca, vi seguiamo con affetto, e un po’ di “sana invidia” … ?, nella vostra avventura missionaria!!!

Alessandro e Francesca: Grazie a voi per il supporto, ci contiamo!

NotiAsa-settembre 2018